giovedì 19 novembre 2015

Federico Mussini racconta i suoi primi due mesi a New York



Da un sito che invito a leggere quotidianamente: www.lagiornatatipo.it ecco i primi due mesi di Mussini:

Sono passati già più di due mesi qua a New York e mi sembra ancora di vivere in un sogno.
E’ arrivato il momento di raccontarvi come sta andando la mia esperienza, cosa mi piace, cosa non mi piace, le mie impressioni, la mia vita americana.
Come sapete, alla fine della scorsa stagione ho deciso di intraprendere la strada del college. Non è stata una scelta facile dal momento che a Reggio Emilia mi sono sempre trovato benissimo, ma quasi da subito ho pensato che questa fosse la strada giusta per diventare il miglior giocatore possibile. Avete presente quei treni che passano una volta sola (magari pure in ritardo..) e che ti fai sfuggire? Ecco, io sono andato in stazione 4 ore prima e non me lo sono fatto sfuggire! In questa importante scelta mi ha dato un grande aiuto Amedeo (non Minghi, quello del trottolino amoroso dudu dadadà, ma Della Valle) dal momento che lui ha già vissuto questa esperienza a Ohio State e mi ha detto che se tornasse indietro rifarebbe ancora quella scelta. Penso che la sua esperienza lo abbia aiutato a diventare il giocatore che è adesso. Avete visto quanto è diventato forte, vero?
Il 24 agosto sono partito ed è stato un giorno di forti emozioni, da un lato positive non vedendo l’ora di vivere e giocare a New York, dall’altra un po’ tristi perchè come potete immagine i miei amici e soprattutto i miei genitori erano felici per me ma nonostante tutto, per loro è sempre difficile lasciare il proprio figlio così lontano dopo essere stato a casa per 19 anni… Se non altro si faranno qualche viaggio in più a New York!
Questa settimana mio fratello e tre miei amici verranno a trovarmi mentre invece mi incontrerò con i miei genitori soltanto a Natale. Avendo solo tre giorni liberi devo restare qua.. Tornerò in Italia a maggio per circa due settimane e poi di nuovo in estate.
Nuovi compagni, nuove palestre, nuovo staff, nuova società, tutto molto bello e poi… e poi ricevere consigli da uno che in Nba l’ha spiegata per parecchi anni è stato davvero un sogno.

Nel primo periodo di ambientamento avevo abbastanza tempo libero e ho visitato la città, sono andato subito a Time Square, poi a Central Park, al Madison Square Garden, tutto quello che ho sempre visto dalla tv ce lo avevo davanti agli occhi. Brividi in quantità industriale.
Per quanto riguarda l’inglese me la sto cavando e dopo due mesi noto già dei miglioramenti, oltre ad “Hello” riesco anche buttare in qua e in là qualche verbo.
In campo non ho trovato troppe differenze rispetto all’Europa anche se per ora non mi sono ancora abituato al fatto di avere 30 secondi per ogni azione (una vita!) e neanche ai “time out in corsa”. Sembra facile ma quando ti trovi in una situazione difficile, credetemi, per il momento non mi viene assolutamente spontaneo chiamare timeout…

Tre giorni fa ho finalmente esordito giocando la prima partita della stagione. Le gambe mi tremavano un po’ ma alla fine è andata più che bene direi, ho giocato discretamente ed abbiamo vinto. I compagni e lo staff sono tutti carichissimi e la squadra mi piace molto come atteggiamento. Il palazzetto oltre ad essere splendido era anche pieno (circa 5000 persone) e ci ha dato una grossa spinta col tipico tifo americano. Non è stata una partita facile ma vedo che stiamo migliorando giorno dopo giorno ed è questo quello che conta. Era la mia prima partita di college ma ho cercato di non pensarci nè prima nè durante, ho cercato di restare tranquillo e penso che l’esperienza a Reggio Emilia, soprattutto l’ultima stagione, mi abbia aiutato molto a livello di concentrazione. Commento puramente tecnico sulla prima partita: EMOZIONANTE!

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